Un’impresa familiare fra coniugi, di commercio al minuto di beni alimentari, vecchia 40 anni, si è rivolta allo studio Longhitano per risolvere il seguente problema:

sia il titolare che il collaboratore si apprestano da lì a poco ad andare in pensione ma non vogliono cessare l’attività. Si chiedono pertanto se continuare a pagare i contributi INPS non sia solo uno spreco di denaro in particolare tenuto conto che più alto è l’utile realizzato, maggiore saranno i contributi INPS da versare.

La soluzione proposta ed accolta è stata quella di costituire una srl unipersonale nella quale conferire l’azienda. Il socio unico, pensionato, versa il 50 per cento della quota minima annuale (1800 circa), mentre il coniuge, anch’egli pensionato, partecipa alla società in qualità di amministratore unico che non percepisce compensi e pertanto viene cancellato dalla gestione commercianti. Il risparmio in termini di contributi INPS da versare è stato del 75%. In termini di imposte, invece, il passaggio da ditta individuale nella quale si versa a seconda degli scaglioni IRPEF, e la srl, nella quale invece si paga sempre il 24% di IRES, ha comportato una riduzione dell’8%.